Padri e maestri, io mi domando: “Che cos’è l’inferno?”
E do la seguente risposta: “La sofferenza di non essere più capaci di amare”.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
Ricordati soprattutto che non puoi essere giudice di nessuno. Giacché non può esistere sulla terra giudice di un criminale se quello stesso giudice prima non abbia compreso che egli è un criminale al pari di quell’uomo che gli sta di fronte e che egli stesso è colpevole, forse, più di chiunque altro di quel crimine. Solo quando avrà compreso questo, un
uomo potrà diventare giudice.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Perdonami, Gruša, per il mio amore, per averti rovinato con il mio amore!»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
« La cosa più importante è che non mentiate a voi stesso. Colui che mente a se stesso e dà ascolto alla propria menzogna arriva al punto di non saper distinguere
la verità né dentro se stesso, né intorno a sé e, quindi, perde il rispetto per se stesso e per gli altri. Costui, non avendo rispetto per nessuno, cessa di
amare e, incapace di
amare, per distrarsi e divertirsi si abbandona alle passioni e ai piaceri volgari e nei suoi vizi tocca il fondo della bestialità, e tutto questo a causa dell’incessante menzogna nei confronti degli altri e di se stesso.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
Una volta, nell’esistenza infinita, incommensurabile in termini di spazio e
tempo, a una creatura spirituale fu concessa, in occasione della sua comparsa sulla terra, la facoltà di dire: “Io sono e io amo”. Una volta, soltanto una volta sola, gli fu concesso un istante di amore attivo, vivo, e per quello gli fu concessa la
vita sulla terra e con essa le stagioni e i
tempi, e che cosa avvenne? Quella creatura fortunata rifiutò l’inestimabile dono, non lo apprezzò, non lo amò, lo denigrò e rimase insensibile.
«Dio mio, pensa solo a quanta
fede ha sprecato l’uomo, quante forze ha sciupato invano per questo
sogno, e questo da migliaia di anni ormai! Chi è che si prende gioco a questo modo dell’uomo? Ivan! Per l’ultima volta, quella definitiva: Dio esiste o no? Te lo chiedo per l’ultima volta!»
«E per l’ultima volta vi dico di no».
«Chi si prende gioco degli uomini, Ivan?»
«Il diavolo, forse», rispose Ivan Fëdorovič sorridendo.
«E il diavolo esiste?»
«No, non esiste neanche il diavolo».
«Peccato».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
L’amore non potrà mai essere un’offesa per Cristo. Per quelli come loro, dentro di me, ho pregato per tutta la mia
vita, ve lo confesso, padri e maestri, e continuo a pregare per loro anche adesso.
Oh, all’inferno ci sono anche quelli che continuano ad essere fieri e violenti, nonostante contemplino e conoscano, senza ombra di dubbio, l’inconfutabile
verità; ci sono dannati terribili che si sono donati completamente a Satana e al suo fiero spirito. Per costoro l’inferno è volontario, essi non se ne saziano mai; essi hanno voluto quelle torture. Giacché hanno maledetto se stessi, maledicendo Dio e la
vita. Si cibano del loro orgoglio rabbioso così come gli affamati nel
deserto succhiano il sangue dal proprio corpo. Ma rimangono insaziabili nei secoli dei secoli e rifiutano il perdono; essi maledicono il Signore che li chiama a sé. Non possono contemplare il Dio vivente senza odio ed esigono che non esista il Dio della
vita, che Dio distrugga se stesso e tutto il suo Creato. E bruceranno nel fuoco della loro rabbia in eterno, anelando la
morte e l’annullamento. Ma essi non otterranno la
morte...
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
Vedrai un grave
dolore e in quel
dolore sarai
felice. Ecco il mio insegnamento per te: cerca la felicità nel
dolore.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Oh no, no, non oso nemmeno pensare a una cosa del genere, ma la
vita futura, è un tale enigma! E nessuno, proprio nessuno può risolverlo! Ascoltate, voi che siete un guaritore, un esperto dell’anima umana; io certo non oso nemmeno pretendere che voi mi crediate in tutto e per tutto, ma vi do la mia parola d’onore che non sto parlando superficialmente adesso, che il pensiero di una
vita futura d’oltretomba mi turba sino a farmi soffrire, a spaventarmi, a terrorizzarmi.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«È esattamente la stessa storia che mi raccontò una volta, molto
tempo fa, un dottore», osservò lo starec. «Era un
uomo di età già avanzata e senza dubbio intelligente. Egli parlava con la stessa vostra franchezza, anche se in tono un po’ scherzoso, ma amaramente scherzoso. Mi diceva: “Io
amo l’
umanità, però mi meraviglio di me stesso: tanto più
amo l’
umanità in generale, tanto meno
amo i singoli uomini, presi separatamente, come persone distinte. Non di rado nelle mie fantasticherie ho formulato piani appassionati per servire l’
umanità e forse mi sarei davvero fatto crocifiggere per gli uomini, se ce ne fosse stato improvvisamente bisogno, ma intanto non sono capace di vivere due giorni nella stessa stanza con qualcuno, e lo so per esperienza. Non appena qualcuno mi sta vicino, subito la sua personalità soffoca il mio amor proprio e limita la mia libertà. In sole ventiquattr’ore arrivo ad odiare le persone migliori del
mondo: uno perché è troppo lento a pranzo, l’altro perché ha il raffreddore e si soffia il naso di continuo. Divento nemico degli uomini non appena qualcuno mi sfiora. In compenso avviene sempre che più odio gli uomini presi singolarmente, più ardente diventa il mio amore per l’
umanità in generale”».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Oh no, no, non oso nemmeno pensare a una cosa del genere, ma la
vita futura, è un tale enigma! E nessuno, proprio nessuno può risolverlo! Ascoltate, voi che siete un guaritore, un esperto dell’anima umana; io certo non oso nemmeno pretendere che voi mi crediate in tutto e per tutto, ma vi do la mia parola d’onore che non sto parlando superficialmente adesso, che il pensiero di una
vita futura d’oltretomba mi turba sino a farmi soffrire, a spaventarmi, a terrorizzarmi... Non so a chi rivolgermi, non ho osato per tutta la
vita... Ed ecco che in questo momento oso rivolgermi a voi... Oh Dio, che opinione avrete di me adesso?»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
Ma poi lo sa il diavolo che cosa sia l’uomo, ecco cosa vi dico! Ciò che alla mente sembra ignominia, al cuore può sembrare pura
bellezza! In Sodoma c’è
bellezza? Credi a me, per la stragrande maggioranza delle persone la
bellezza è proprio in Sodoma, lo conoscevi questo segreto? Ciò che fa paura è che la
bellezza non sia soltanto spaventosa ma anche misteriosa. Qui il diavolo combatte con Dio e il campo di battaglia è il cuore dell’uomo.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
‘Tu vuoi andare nel
mondo e ci vai a mani vuote, con una certa promessa di libertà che essi, nella loro semplicità e innata sregolatezza, non possono nemmeno concepire, una libertà che temono e paventano, giacché non c’è mai stato nulla di più insopportabile, per l’uomo e per la società umana, della libertà!
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Ah, figlioletti, cari
amici, non abbiate paura della
vita! Com’è bella la
vita se compi un’azione giusta e buona!»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
Ma le vedi quelle pietre in questo spoglio
deserto arroventato? Trasformale in pani e l’
umanità correrà dietro di te come un gregge, riconoscente e sottomesso, sebbene eternamente in ansia che tu possa ritirare la mano e negarle il pane.’ Ma tu non volesti privare l’uomo della sua libertà e rifiutasti la proposta pensando: che libertà può essere quella comprata con il pane? Replicasti che l’uomo non vive di solo pane. Ma lo sai che per amore di quel pane terreno lo spirito della terra si solleverà contro di te, combatterà contro di te e ti sconfiggerà e tutti lo seguiranno gridando: ‘Chi può stare alla pari con questa bestia, essa ci ha dato il fuoco tolto dal cielo!’ Non lo sai che le ere passeranno e l’
umanità proclamerà, per bocca dei suoi
saggi e
scienziati, che il
delitto non esiste e che dunque non esiste il peccato, ma esistono soltanto gli affamati? ‘Da’ da mangiare agli uomini e poi chiedi loro
la virtù!’: ecco che cosa scriveranno sul vessillo che innalzeranno contro di te e con il quale la tua Chiesa sarà distrutta. ».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Io
credo che se il diavolo non esiste e se, quindi, è stato l’uomo ad inventarlo, questi l’ha creato a sua immagine e somiglianza».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Questo è il punto, proprio questo ma...», gridò Ivan. «Devi sapere, novizio, che le assurdità sono necessarie sulla terra.
Il mondo si regge sulle assurdità e senza di esse forse non sarebbe mai accaduto niente sulla terra. »
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
Giacché sappiate, cari, che ciascuno di noi è senza dubbio colpevole per tutti e per tutto ciò che accade sulla terra, non solo per la comune colpa del genere umano, ma ciascuno personalmente è colpevole per tutta l’
umanità e per ogni altro singolo
uomo sulla terra.
«Non avere paura di nulla, non avere mai paura, e non ti crucciare. Se il pentimento non si esaurirà in te, Dio ti perdonerà. Perché non esiste e non può esistere peccato su questa terra che il Signore non perdoni a chi si pente sinceramente. E l’uomo non può commettere un peccato tanto grande da esaurire lo sconfinato amore di Dio. Potrebbe mai esistere un peccato tale che superi l’amore divino? ».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Ma non pensate a questo, non lo dite neppure!», esclamò Alëša. «E che cosa vorrebbe dire essere ridicolo? Non capita in ogni momento a tutti di essere o sembrare ridicoli? Inoltre, quasi tutte le persone che abbiano delle qualità oggigiorno hanno una paura terribile di rendersi ridicole e per questo sono infelici. Mi meraviglia soltanto che voi abbiate cominciato a percepirlo così presto; del resto, è un pezzo che sto notando questo e non soltanto in voi. Oggigiorno persino i bambini hanno cominciato a soffrire per questo. È quasi una follia. Il diavolo si è incarnato in questo amor proprio e si è insinuato in un’intera generazione, il diavolo, proprio lui»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
Senza Dio, senza
vita futura? Dunque, sarebbe tutto permesso, allora adesso si potrebbe fare tutto?
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Prima di tutto perché sono russo: le conversazioni dei russi su questi argomenti vengono sempre condotte nella maniera più stupida che si possa immaginare. In secondo luogo, più stupido sei, più sei vicino alla realtà. Quanto più stupido sei, più sei chiaro. La stupidità è breve e ingenua, mentre l’intelligenza si perde intorno all’argomento e si nasconde. L’intelletto è vile, mentre la stupidità è schietta e sincera. Ho condotto la discussione sulla mia disperazione e quanto più stupidamente l’ho presentata tanto meglio per me».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Amare la
vita più che il significato di essa?»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
« Io sono una cimice e riconosco in tutta umiltà che non capisco per nulla perché
il mondo sia fatto così. Vuol dire che gli uomini stessi hanno colpa di questo: è stato concesso loro il paradiso, ma essi hanno voluto la libertà e hanno rubato il fuoco dal cielo, pur sapendo che sarebbero diventati infelici, quindi non c’è tanto da impietosirsi per loro.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
La mia povera mente, terrestre ed euclidea, arriva solo a capire che la sofferenza c’è, che non ci sono colpevoli, che ogni cosa deriva dall’altra direttamente, semplicemente, che tutto scorre e si livella - ma queste sono soltanto baggianate euclidee, io lo so, e non posso accettare di vivere in questo modo! Che conforto mi può dare il fatto che non ci sono colpevoli e che questo io lo so - io devo avere la giusta punizione, altrimenti distruggerò me stesso. E non già la giusta punizione nell’infinito di un
tempo o di uno spazio remoti, ma qui sulla terra, in modo che io la possa vedere con i miei occhi.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
Non voglio insomma che la madre abbracci l’aguzzino che ha fatto dilaniare il figlio dai cani! Non deve osare perdonarlo! Che perdoni a nome suo, se vuole, che perdoni l’aguzzino per l’incommensurabile sofferenza inflitta al suo cuore di madre; ma le sofferenze del suo piccino dilaniato ella non ha il diritto di perdonarle, ella non deve osare di perdonare quell’aguzzino per quelle sofferenze, neanche se il bambino stesso gliele avesse perdonate! ».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Perché no, a volte capita, se assumo sembianze umane. Assumo sembianze umane e ne pago tutte conseguenze. Satana sum et nihil humanum a me alienum puto».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«L’amore attivo? Ecco un’altra questione, e che questione, che questione! Vedete: io
amo l’
umanità a tal punto che a volte - ci credereste? -
sogno di rinunciare a tutto, a tutto ciò che possiedo, di abbandonare Lise e di andare a fare la suora di
carità. Chiudo gli occhi, penso e
sogno, e in quei momenti avverto una forza irresistibile dentro di me. Nessuna ferita, nessuna piaga purulenta mi spaventerebbe. Fascerei e laverei quelle ferite con le mie stesse mani, curerei giorno e notte questi malati, sarei pronta a baciare le loro piaghe...»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«L’amore attivo? Ecco un’altra questione, e che questione, che questione! Vedete: io
amo l’
umanità a tal punto che a volte - ci credereste? -
sogno di rinunciare a tutto, a tutto ciò che possiedo, di abbandonare Lise e di andare a fare la suora di
carità. Chiudo gli occhi, penso e
sogno, e in quei momenti avverto una forza irresistibile dentro di me. Nessuna ferita, nessuna piaga purulenta mi spaventerebbe. Fascerei e laverei quelle ferite con le mie stesse mani, curerei giorno e notte questi malati, sarei pronta a baciare le loro piaghe...»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
« Vedi, caro, c’era un vecchio peccatore del diciottesimo secolo, il quale dichiarò che se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo, s’il n’existait pas Dieu il faudrait l’inventer. E l’uomo ha davvero inventato Dio. E ciò che è strano, ciò che dovrebbe destare stupore, non è che Dio possa esistere veramente, ma che questa idea, l’idea della necessità di Dio, abbia potuto infiltrarsi nella mente di un
animale così selvaggio e cattivo come l’uomo - a tal punto è santa, commovente e saggia questa idea, a tal punto essa fa onore all’uomo. Per quanto riguarda me, ho smesso da un pezzo di pormi la domanda se è stato Dio a creare l’uomo o l’uomo a creare Dio. E non starò qui a prendere in esame tutti gli assiomi che a questo proposito hanno formulato i ragazzi russi di oggi, tutti per altro tratti da ipotesi europee; perché ciò che per gli altri è un’ipotesi, per il ragazzo russo diventa subito un assioma, e non soltanto per i ragazzi, ma anche forse per alcuni loro professori, dal momento che i professori russi sono molto spesso dei ragazzi pure loro».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Con l’esperienza dell’amore attivo. Cercate di
amare il vostro prossimo attivamente e infaticabilmente. Nella misura in cui progredirete nell’amore, vi convincerete sia dell’esistenza di Dio sia dell’immortalità della vostra
anima. Se raggiungerete la perfetta abnegazione nell’amore verso il prossimo, allora crederete senza ombra di dubbio e nessun dubbio sorgerà allora nella vostra
anima. Questo è provato, è certo».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Colui che mente a se stesso è più suscettibile degli altri all’offesa. Offendersi a volte è molto piacevole, non è vero? Eppure egli sa che nessuno gli ha arrecato offesa, ma che egli stesso si è inventato l’offesa e ha mentito per mettersi in mostra, ha esagerato egli stesso per creare un quadretto pittoresco, ha tratto spunto da una parola e ha fatto di un sassolino una montagna: egli sa benissimo tutto questo, tuttavia è il primo a offendersi, a offendersi per provare piacere, per assaporare una grande soddisfazione, e così finisce per nutrire autentico rancore...»
«Soltanto te, e poi c’è anche una creatura “abietta” della quale mi sono innamorato e per questo sono spacciato. Ma essere innamorati non vuol dire
amare. Si può essere innamorati e odiare. Ricordatelo! »
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
“Tu stai per compiere un gesto di eroica
virtù, ma tu non credi nella
virtù - ecco che cosa ti tortura e ti fa imbestialire, ecco perché sei così vendicativo”. Stava parlando di me, e lui sa quello che dice...»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Alëška, Dio esiste?»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«E potresti accettare l’idea che gli uomini, per i quali stai innalzando l’edificio, acconsentano essi stessi a ricevere una tale felicità sulla base del sangue non riscattato di una piccola vittima e, una volta accettato questo, vivano
felici per sempre?»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Signore, accoglimi, nonostante tutto il mio disprezzo per la legge, ma non mi giudicare. Lasciami andare senza sottopormi al tuo giudizio... Non mi giudicare perché mi sono già giudicato da me, o Signore! Sono abietto, ma ti
amo: se mi manderai all’inferno, ti amerò anche là e anche da là urlerò che ti
amo nei secoli dei secoli... Ma lasciami
amare fino alla fine... qui, adesso, lasciami
amare ancora per queste cinque
ore che ci restano prima del tuo raggio ardente... Perché
amo la regina della mia
anima. La
amo e non riesco a non amarla. Tu leggi chiaramente dentro al mio cuore. Galopperò da lei, cadrò ai suoi piedi e le dirò: fai
bene a passarmi accanto senza fermarti... Addio e dimentica la tua vittima, non ti dare più pensiero a causa mia!»
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Ai tuoi occhi è un olmo, ai miei rappresenta un’altra forma».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
? La solidarietà fra gli uomini nel peccato la capisco, capisco la solidarietà nella giusta punizione, ma con i bambini non ci può essere solidarietà nel peccato, e se è vero che essi devono
condividere la responsabilità di tutti i misfatti compiuti dai loro padri, allora io dico che una tale
verità non è di questo
mondo e io non la capisco.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Che pene? Non me lo domandare neanche, ai vecchi
tempi ne avevamo di tutti i tipi, ma adesso piano piano sono passati alle pene morali, ai “rimorsi di coscienza”, ed è tutta un’assurdità. Anche questo l’abbiamo copiato da voi, dalla “mitigazione dei vostri costumi”. E chi se la passa meglio? Quelli privi di coscienza, perché che rimorsi di coscienza può avere chi non ha affatto coscienza? In compenso hanno sofferto persone perbene, coloro i quali conservavano coscienza e onore... ».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Nei miracoli della Divina Provvidenza. Dio conosce il mio cuore, vede la mia disperazione. Vede tutt’intero questo quadro. Pensi che egli possa permettere che si compia un orrore?
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Che Dio ti scampi, caro ragazzo, dal chiedere scusa per una tua colpa alla donna che
ami! Soprattutto alla donna che
ami, soprattutto a quella, per quanto possa essere grande la tua colpa! Perché la donna, lo sa solo il diavolo che cos’è veramente, ma io posso dire di saperne qualcosa! Ma prova ad ammettere una tua colpa dinanzi a loro, a dire “Sono colpevole, perdonami, scusami”, e seguirà una grandinata. Non ti perdonerà mai in maniera semplice, diretta, ma ti ridurrà a uno straccio, ti attribuirà cose che non sono mai accadute, ti rinfaccerà tutto, non si lascerà sfuggire nulla, ci aggiungerà di suo e solo allora ti perdonerà.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Amico mio,
amico mio, mi sento umiliato, mi sento umiliato anche in questo momento. L’uomo deve sopportare un fardello terribilmente pesante su questa terra, troppe sono le sue disgrazie! Non pensare che io sia solo un villano in divisa da ufficiale, che beve cognac e conduce una
vita dissoluta. Io, fratello, quasi quasi non penso ad altro che a questo, a quest’uomo umiliato, se solo non mento. Che Dio mi conceda di non mentire e di non elogiare me stesso. Penso a quest’uomo, perché io stesso sono quest’uomo.
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov
«Dite che vi sembro lieto, non avreste potuto dirmi niente che mi facesse più piacere. Giacché gli uomini sono stati creati per essere
felici, e colui che è perfettamente
felice è veramente degno di dire: “Ho compiuto il volere di Dio su questa terra”. Tutti i giusti, tutti i santi, tutti i santi martiri erano felici».
Fyodor Dostoevsky, I fratelli Karamazov