Frasi e aforismi tratti da Il mito di Sisifo
Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia. Il resto – se il mondo abbia tre dimensioni o se lo spirito abbia nove o dodici categorie – viene dopo. Questi sono giuochi: prima bisogna rispondere. E se è vero, come vuole Nietzsche, che un filosofo, per essere degno di stima, debba predicare con l’esempio, si capisce l’importanza di tale risposta, che dovrà precedere il gesto definitivo.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
“Poiché alle mie domande intorno alla felicità mi viene dichiarato, come risposta, per mezzo della mia coscienza, che posso esser felice esclusivamente nell’armonia con il grande tutto, che io non concepisco, e non sarò mai in grado di concepire, è evidente...
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
“O anima mia, non aspirare alla vita immortale, ma esaurisci il campo del possibile.”
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Tutta la silenziosa gioia di Sisifo sta in questo. Il destino gli appartiene, il macigno è cosa sua. Parimente, l’uomo assurdo, quando contempla il suo tormento, fa tacere tutti gli idoli. Nell’universo improvvisamente restituito al silenzio, si alzano le mille lievi voci attonite della terra. Richiami incoscienti e segreti, inviti di tutti i volti sono il necessario rovescio e il prezzo della vittoria. Non v’è sole senza ombra, e bisogna conoscere la notte. Se l’uomo assurdo dice di sì, il suo sforzo non avrà più tregua. Se vi è un destino personale, non esiste un fato superiore o, almeno, ve n’è soltanto uno, che l’uomo giudica fatale e disprezzabile. Per il resto, egli sa di essere il padrone dei propri giorni. In questo sottile momento, in cui l’uomo ritorna verso la propria vita, nuovo Sisifo che torna al suo macigno, nella graduale e lenta discesa, contempla la serie di azioni senza legame, che sono divenute il suo destino, da lui stesso creato, riunito sotto lo sguardo della memoria e presto suggellato dalla morte. Così, persuaso dell’origine esclusivamente umana di tutto ciò che è umano, cieco che desidera vedere e che sa che la notte non ha fine, egli è sempre in cammino. Il macigno rotola ancora.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Anche gli uomini secernono l’inumano. In certe ore di lucidità, l’aspetto meccanico dei loro gesti, la loro pantomima priva di senso rendono stupido tutto ciò che li circonda. Un uomo parla al telefono, dietro un tramezzo a vetri; non lo si ode, ma si vede la sua mimica senza senso: e ci si chiede perché mai egli viva. Questo malessere di fronte all’inumanità dell’uomo stesso, questa incalcolabile degradazione dell’immagine di ciò che siamo, questa “nausea”, come la chiama un autore contemporaneo, sono pure l’assurdo.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
“L’uomo ha inventato Dio soltanto per non uccidersi. Ecco il compendio della storia universale fino a questo momento.”
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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“Il mio campo” dice Goethe “è il tempo.” Ecco qua, veramente, la parola assurda. Che cos’è, infatti, l’uomo assurdo? Colui che, senza negarlo, nulla fa per l’eterno. Non che la nostalgia gli sia estranea; ma egli preferisce il proprio coraggio e il proprio ragionamento. Il primo gli insegna a vivere senza richiami e a contentarsi di ciò che ha; il secondo gli fa conoscere i suoi limiti. Sicuro della sua libertà a termine, della sua rivolta senza avvenire e della sua coscienza peritura, l’uomo assurdo corre la sua avventura per tutto il tempo della vita.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
La sola realtà è la “inquietudine”, in tutta la scala degli esseri. Per l’uomo, perduto nel mondo e nei suoi passatempi, tale inquietudine consiste in una breve e fuggevole paura; ma basta che questa prenda coscienza di sé, perché si muti in angoscia, clima perpetuo dell’uomo lucido “nel quale l’esistenza si ritrova”.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Per loro esiste un solo sentimento, un solo essere, un solo volto, e tutto il resto è divorato. Un altro amore, invece, sconvolge Don Giovanni; ma è un amore che libera. Egli porta con sé tutti i volti del mondo e il suo fremito deriva dal fatto che sa di essere perituro. Don Giovanni ha scelto di essere il nulla.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
E avviene così che la scena si sfasci. La levata, il tram, le quattro ore di ufficio o di officina, la colazione, il tram, le quattro ore di lavoro, la cena, il sonno e lo svolgersi del lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì e sabato sullo stesso ritmo... questo cammino viene seguito senza difficoltà la maggior parte del tempo. Soltanto, un giorno, sorge il “perché” e tutto comincia in una stanchezza colorata di stupore.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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I conquistatori sanno che l’azione è per se stessa inutile. Non ve ne sarebbe che una utile: quella che rifacesse l’uomo e la terra. Io non rifarò mai gli uomini; ma bisogna che mi comporti “come se” lo facessi. Il cammino della lotta mi fa incontrare la carne; anche umiliata questa è la mia sola certezza e non posso vivere che di essa.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Colloco la mia lucidità in mezzo a quanto la nega; esalto l’uomo di fronte a quanto lo schiaccia, e la mia libertà, la mia rivolta e la mia passione si ricongiungono allora in questa tensione, in questa perspicacia, in questo ripetersi senza termine.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Questa vita lo appaga, e nulla è peggiore che il perderla. Questo pazzo è un gran saggio. Ma gli uomini che vivono di speranza si adattano male a questo universo in cui la bontà cede il posto alla generosità, la tenerezza al silenzio virile, la comunione al coraggio solitario. E tutti finiscono per dire: “Era un debole, un idealista o un santo.” Bisogna pur sminuire la grandezza che insulta.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
L’attore ha dunque scelto la gloria innumerabile, quella che si consacra e si prova. Dal fatto che tutto debba un giorno morire, è lui che trae una miglior conclusione. Un attore riesce o non riesce. Uno scrittore conserva una speranza anche se è misconosciuto, e crede che le sue opere possano testimoniare un giorno ciò che egli fu. L’attore ci lascerà tutt’al più una fotografia, ma nulla di ciò che egli era, i suoi gesti e i suoi silenzi, il respiro affrettato o il sospiro amoroso, arriverà a noi. Per lui il non essere conosciuto non significa recitare oppure no, ma bensì morire cento volte con tutti gli esseri che avrebbe animati o resuscitati.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Si capirà meglio questo modo di vedere, se dico che il pensiero veramente senza più speranze si definisce proprio con gli opposti criteri e che l’opera tragica potrebbe esser quella che, scartata ogni speranza futura, descrivesse la vita di un uomo felice. Quanto più la vita è esaltante, tanto più assurda è l’idea di perderla. È forse qui il segreto di quella superba aridità che si respira nell’opera di Nietzsche. In quest’ordine di idee, Nietzsche sembra esser il solo artista che abbia tratto le estreme conseguenze da un’estetica dell’Assurdo, poiché il suo ultimo messaggio consiste in una lucidità sterile e conquistatrice e in una negazione ostinata di ogni consolazione soprannaturale.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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L’attore sapeva, allora, quale punizione gli era promessa; ma che senso potevano avere minacce così vaghe in confronto dell’ultimo castigo, che la vita stessa gli serbava? Era questo che egli provava in anticipo e accettava in pieno. Per l’attore, come per l’uomo assurdo, una morte prematura è irreparabile. Nulla può compensare la somma delle sembianze e dei secoli di cui, senza di quella, avrebbe avuto esperienza. Ma in un modo o nell’altro, si tratta sempre di morire, in quanto l’attore è indubbiamente ovunque, ma il tempo lo trascina, producendo anche per lui i suoi effetti.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Non si comprende bene Don Giovanni, se non riferendosi sempre a ciò di cui è volgarmente simbolo: il seduttore comune, il donnaiuolo. Egli è un seduttore comune, con la sola differenza che egli ne è cosciente, ed è per questo che è assurdo. Un seduttore, fattosi lucido, non cambierà, per questo, neppure di poco. Sedurre è il suo modo di essere. È soltanto nei romanzi che si cambia il proprio stato o che si diventa migliori.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Se questo mito è tragico, è perché il suo eroe è cosciente. In che consisterebbe, infatti, la pena, se, a ogni passo, fosse sostenuto dalla speranza di riuscire? L’operaio d’oggi si affatica, ogni giorno della vita, dietro lo stesso lavoro, e il suo destino non è tragico che nei rari momenti in cui egli diviene cosciente. Sisifo, proletario degli dei, impotente e ribelle, conosce tutta l’estensione della sua miserevole condizione: è a questa che pensa durante la discesa. La perspicacia, che doveva costituire il suo tormento, consuma, nello stesso istante, la sua vittoria. Non esiste destino che non possa essere superato dal disprezzo.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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È forse triste Don Giovanni? Non è verosimile. Mi richiamerò appena alla cronaca. Il riso, la vittoriosa insolenza, lo scatto e il piacere del teatro, sono cosa chiara e lieta. Ogni essere sano tende a moltiplicarsi. Così Don Giovanni. Ma, oltracciò, coloro che sono tristi hanno due ragioni di esserlo: essi ignorano e sperano. Don Giovanni sa e non spera.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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L’assurdità del mondo non risulta dal suo non esser naturale, come quello esorcizzato da Rousseau alla fine del suo celebre Discours sur l’origine [...] de l’inégalité parmi les hommes: “è contro la legge di natura che un bimbo comandi a un vecchio, che un imbecille guidi un uomo saggio, che un pugno di persone rigurgiti di beni superflui mentre la moltitudine affamata manca del necessario.”
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Parimente, se Kafka vuole esprimere l’assurdo, si servirà della coerenza.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Ciò che mi interessa – voglio ripeterlo ancora – non sono tanto le scoperte assurde, quanto le loro conseguenze. Se si è sicuri di questi fatti, che cosa bisogna concluderne? Fin dove bisogna arrivare per non eludere nulla? Bisognerà morire volontariamente, o sperare, nonostante tutto? È necessario operare prima lo stesso rapido spoglio sul piano dell’intelligenza.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Coscienza e rivolta: questi rifiuti sono il contrario della rinunzia. Tutto ciò che vi è di irriducibile e di appassionato in un cuore umano li anima, al contrario, della propria vita. Si tratta di morire irreconciliati e non già di pieno accordo. Il suicidio è una sconoscenza. L’uomo assurdo non può far altro che tutto esaurire ed esaurirsi. L’assurdo è la sua estrema tensione, quella che egli conserva costantemente con uno sforzo solitario, poiché sa che in questa coscienza e in questa rivolta, giorno per giorno, egli attesta la sua sola verità, che è la sfida. Questa è una prima conseguenza.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Quanto rimane, è un destino di cui solo la conclusione è fatale. All’infuori di questa unica fatalità della morte, tutto – gioia o fortuna – è libertà, e rimane un mondo, di cui l’uomo è il solo padrone. Ciò che vincolava era la illusione di un altro mondo. La sorte del pensiero non è più quella di rinunciare a se stesso, ma di rimbalzare in immagini. Esso viene rappresentato indubbiamente con miti; ma miti senz’altra profondità che quella del dolore umano e, come questa, inesauribile. Non la parola divina che diverte e acceca, ma il volto, il gesto e il dramma della terra, in cui si compendiano una difficile saggezza e una passione senza domani.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Il mito di Sisifo - Albert Camus
Tutte le grandi azioni e tutti i grandi pensieri hanno un inizio di poco peso. Le grandi opere nascono spesso alla svolta di una strada e alla bussola di una trattoria. Così è dell’assurdo. Il mondo assurdo, più di qualsiasi altro, fa risalire la propria nobiltà a quella misera nascita.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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Nella condizione umana – è questo il luogo comune di tutte le letterature – c’è un’assurdità e, al tempo stesso, un’implacabile grandezza. Le due cose coincidono, com’è naturale. Entrambe sono rappresentate, ripetiamolo, dal ridicolo divorzio che separa gli eccessi dell’anima nostra e le caduche gioie del corpo.
Il mito di Sisifo - Albert Camus
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