banner sito aforismi.anpensieri.it

Frasi e aforismi di Carmelo Bene

Non voglio essere interrotto da chi mi rompe i coglioni con l'essere e con l'esserci, non voglio parlare con l'ontologia; abbasso l'ontologia, me ne strafotto: parli col Professor Heidegger, non con me!
Carmelo Bene
E la speranza è tanta | che non mi basta più | ma tale che m'avanza musicale | la vita.
Carmelo Bene
Non sono mai nato, non mi vergogno di essere nell'equivoco italiota, non mi interessano gli italiani. Qualunque governo come qualunque arte - o tutta l'arte borghese - tutta l'arte è rappresentazione di Stato, è statale. È uno stato che si assiste fin troppo, se no alla mediocrità chi ci pensa? La mediocrità, par excellence, è proprio lo Stato. Lo Stato dovrebbe smetterla di governare, ecco. Si può dare uno Stato senza governo, mi spiego? Non deve amministrare, deve lasciarlo fare a dei privati.
Carmelo Bene
Madre era meglio che tu restassi | tra le immortali nel profondo giù | del mare | >che una mortale Pelèo sposasse | Anche a te sarà strazio | infinito nel cuore | ché morto il figlio non potrai abbracciare | ché l cuore Questo non mi spinge questo | a vivere tra gli uomini | ché il cuore Questo non mi spinge a stare || Tè vicina la morte come dici | Ma qui non v ha ritorno ha da coprirmi | la terra | Madre Un Dio m ha forgiato le armi | immortali Le armi immortali | ma terribile sento | penetrare le mosche | ne le piaghe del ferro brulicare | vermi sfigura il corpo | Questa La Vita è morta | Questa la carne tutta ne marcisce.
Carmelo Bene
Insieme a Eduardo, progettammo all'epoca un film da La serata a Colono, il capolavoro della Morante, vertice della poesia italiana del Novecento. Sorbendo il tè nel suo attico al centro, Elsa ci sollecitava a realizzarlo, ritenendoci gli unici in grado di farlo. Testimone allora Carlo Cecchi, che fu vicino alla Morante nei giorni estremi del coma. Ricoverata in questa clinica da quattro soldi, senza più l'uso delle gambe, in miseria, dimenticata da tutti. Aveva rifiutato anche il televisore. Voleva restare lucida sino in fondo. Non so bene se e cosa Moravia abbia fatto per Elsa. L'unica cosa che ho sempre rinfacciato ad Alberto è di non aver saputo impedire quello scempio vano delle collette pubbliche e degli appelli umanitari nei giornali.
Carmelo Bene
Tu 'un lo senti che noialtridue siccome l'altri | s'è digià fradiciata porannoi morta gente | come tu la mi mà che son 'nterrati | raggirati nun so da che issoletico…
Carmelo Bene
I giornalisti sono impermeabili a tutto. Arrivano sul cadavere caldo, sulla partita, a teatro, sul villaggio terremotato, e hanno già il pezzo incorporato. Il mondo frana sotto i loro piedi, s'inabissa davanti ai loro taccuini, e tutto quanto per loro è intercambiabile letame da tradurre in un preconfezionato compulsare di cavolate sulla tastiera. Cinici? No frigidi.
Carmelo Bene
Il mio disprezzo per l'attore contemporaneo è qui: nella sua tanto ricercata incapacità di mentire, nel suo elemosinare una sciagurata attendibilità; nella sua ormai troppo provata incapacità di rimettere in gioco ogni sera il modo stesso di far teatro; nel suo terrore imbecille d'autoemarginazione; nel suo noioso cicalare di "crisi del teatro" e perciò mai tentato abbastanza dal valzer d'un teatro della crisi; nella sua tecnica (se mai così può definirsi un limite penoso) esclusivamente maschia.»
Carmelo Bene
L'intrattenimento ormai è demandato alle casalinghe, traslocate dal bordello domestico a quello televisivo.
Carmelo Bene
[Parlando di Nostra Signora dei Turchi] Della qualità del mio film non possono essersi sbagliati in tanti. Sarebbero davvero troppi. C'è da pensare che io qui sia considerato troppo ingombrante, troppo fastidioso, e che sul concetto di qualità quei signori della commissione non avessero le idee chiare. Il mélange che hanno fatto di film premiati è sintomatico. Hanno voluto accontentare un po' tutti, dando la preferenza naturalmente alle organizzazioni grandi e potenti, non in nome dell'arte o della cultura, cui sono estranei, ma col dichiarato proposito di premiare chi più guadagna, cioè — come sempre — la mediocrità.
Carmelo Bene
Filippo: Avresti deificato gli uomini, se non li disprezzassi.
Lorenzo: Ma io non li disprezzo, li conosco. Ve ne sono pochi pessimi, molti vigliacchi e tanti indifferenti.
Filippo: Sono contento. Sì, mio malgrado, mi batte il cuore.
Lorenzo: Meglio così.
Filippo: … Neghi forse la storia del mondo intero?
Lorenzo: No, non nego la storia, ma io non c'ero.
Carmelo Bene
Diciamo che [la riscrittura scenica] è la cancellazione un po' di tutto, se vogliamo. D'altra parte poi c'è anche rappresentato (per chi esiga un messaggio tout court) il rapporto re-Amleto-Orazio, questa coscienza, questo dilemma, la crisi stessa è lacerata in bigliettini… Orazio disapprova e cestina, ma che Amleto ha già cestinato affidandoli a Orazio […] Orazio è proprio questo cestino della coscienza. L'"essere o non essere" è cestinato di brutto […] Da questo stesso cestino vengono invece ripescate delle altre cose… che vengono invece elette a trovarobato, a scena. È un teatro, appunto, che diventa oggettivo, dov'è il famoso "cogito ergo est."
Carmelo Bene
Qui c'è troppa puzza di Dio.
Carmelo Bene
Il teatro, il grande teatro è un non-luogo soprattutto, quindi è al riparo da qualsivoglia storia. È intestimoniabile. Cioè, lo spettatore per quanto Martire, testimone, nell'etimo (da marthyr), per quanti sforzi possa compiere lo spettatore, dovrebbe non poter mai raccontare ciò che ha udito, ciò di cui è stato posseduto nel suo abbandono a teatro. Ecco che l'attore non basta più, il grande attore nemmeno. Bisogna essere una macchina, eh…, come io (tra parentesi) l'ho definita, attoriale. Che cos'è una macchina attoriale?… Comunque deve essere amplificata… L'amplificazione è un strana cosa… L'amplificazione non è assolutamente […] un ingrandimento, ma è come guardare questa pagina… Se io la guardo in questo modo, ecco, così, ecco… io vedo e così sento; ma se io avvicino questo [foglio], più l'avvicino, più i contorni svaniscono. I contorni svaniscono e non vedo più un bel niente.
Carmelo Bene
In teologia si danno solo domande, non risposte. Lei non può parlare di Dio con Dio.
Carmelo Bene
[In merito al togliere o al levare di scena] Il discorso è doppio. C'è prima il discorso dei registri, a mio avviso, sui volumi, sui toni, sui vuoti (più importanti delle pause). Sono i vuoti che danno il sintomo di questa gestione diciamo in levare… E poi sconfessano assolutamente il personaggio, e più che il personaggio la situazione stessa; e più che la situazione, l'Io. Entriamo in un discorso della morte dell'Io.
Carmelo Bene
La letteratura maggiore o minore è, comunque, non soltanto menzogna, è chirurgia scongiurata, devitalizzata, guazzabuglio di vita simulata.
Carmelo Bene
Il culto della donna gravida, della puerpera e della mamma, è la più manicomiale abiezione della razza umanoide. Questa efferata "matrice" preferirei ammetterla come madre di Dio, purché fosse disposta a dimettersi come matrice dell'uomo.
Carmelo Bene
L’arte deve essere incomunicabile, l’arte deve solamente superare se stessa.
Carmelo Bene
Don Giovanni non è certo l'impotenza – secondo certa stoltezza di certo femminismo. È il femminile stesso che va a verificare i propri vuoti nella mortificazione del corpo donnesco.
Carmelo Bene
Io sono già dimenticato, meglio ancora ignorato, in vita. Mi hanno promesso a Otranto i funerali da vivo. Non c'è bisogno di consegnare un cadavere in pubblico per meritare la dimenticanza.
Carmelo Bene
Lorenzaccio è quel gesto che nel suo compiersi si disapprova. Disapprova l'agire. E la storia medicea, dispensata, non sa di fatto stipare questo suo (?) enigma eroico; ha subìto e glorificato di peggio, questa Storia. Ma le cose son due: o la Storia, e il suo culto imbecille, è una immaginaria redazione esemplare delle infinite possibilità estromesse dalla arbitraria arroganza dei 'fatti' accaduti (infinità degli eventi abortiti); o è, comunque, un inventario di fatti senza artefici, generati, cioè, dall'incoscienza dei rispettivi attori (perché si dia un'azione è necessario un vuoto della memoria) che nella esecuzione del progetto, sospesi al vuoto del loro sogno, così a lungo perseguito e sfinito, dementi, quel progetto stesso smarrirono, (de)realizzandolo in pieno.
Carmelo Bene
Avevo cominciato con il dovere di rammentarmi l'orrido, orrido, orrido evento. Per esaltare in me la pietà filiale, per far gridare l'ultimo grido al sangue di mio padre, per riscaldarmi il piatto della vendetta. Ed ecco invece ho preso gusto all'opera. Poco a poco mi scordai che si trattava di mio padre assassinato, di mia madre prostituita, del mio trono. Andavo avanti a braccetto con le finzioni di un bell'argomento… e l'argomento è bello.
Carmelo Bene
Ha la faccia di uno che è apparso alla Madonna.
Carmelo Bene
Il sempre a sproposito auspicato riscatto della donna è soprattutto il misconoscimento della sfera estetica.
Carmelo Bene
Non sono dalla parte del potere, non ho poteri. Io sono incoerente come l'aere, più dell'aere.
Carmelo Bene
Se il socratismo dialettico caccia il miracolo dalla scena, per instaurarvi il testo razionale disastrosamente affidato alla lettura di attori 'intellettuali', il teatro è morto. È inutile linutile della grande estate tragica […] Il teatro è sfinita e insensata rappresentazione, cerimonia funebre officiata da un prete cialtrone (il nus di Anassagora), reggitore e 'coordinatore del tutto': il regista e un suo chierico; cercano entrambi 'un letto in un domicilio altrui'. Figurarsi gli astanti: senza fede alcuna e nessuna parentela col defunto, convenuti un po' a svagarsi a questo funerale a pagamento.
Carmelo Bene
Noi siamo nel linguaggio e il linguaggio crea dei guasti; anzi è fatto solo di buchi neri, di guasti.
Carmelo Bene
Con l’arrivo di Capello il Milan vinse così tanto da annoiare persino i milanisti.
Carmelo Bene
[La poesia è] Distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto.
Carmelo Bene
Orson Welles lo ricordo soprattutto come un attore eccezionale, sublime… Sono convinto che Welles avesse in testa un meraviglioso brusio, grazie anche al suo stupendo alcol, e che fosse un genio, ma non mi va di rinchiuderlo in una definizione: era troppo avventuriero, troppo fuori dagli schemi, troppo imprevedibile, perché noi oggi si possa fare un'operazione del genere… A me Welles ricorda Raffaello. Raffaello che cammina per le strade di Roma nel Cinquecento e che a ogni passo si deve fermare perché la gente gli bacia le mani, le vesti.
Carmelo Bene
Nostra Signora dei Turchi fu un grido al nuovo cinema che era nato. Ma in Italia basta voltarsi un attimo e non si è più.
Carmelo Bene
Se si vuole davvero cambiare qualcosa, bisogna cominciare a cambiare sé stessi, andare contro sé stessi fino in fondo. Il massimo impegno civile è l’auto-contestazione.
Carmelo Bene
Il fatto di essere nati
Carmelo Bene
[Riferendosi alla Compagnia D'Origlia-Palmi] Erano formidabili derisioni ai danni dell'identità […] Scacco giurato al ruolo…
Carmelo Bene
Un grande artista, se davvero se ne sbatte dell'arte lasciandola a quello che è, ingloriosa defecazione, si pone per quello che è, un pericolo pubblico, un criminale. In questo senso, sono stato, sono un criminale. Ho sempre cercato il mio patibolo. Il cemento delle teste vuote contro cui andarmi a disintegrarmi. Mai cercando il sociale.
Carmelo Bene
L'avvento della donna sulle scene segna una volta per tutte la scissione tra maschio e femmina, condannati a caratteri sessuali, differenti nel senso diversi l'uno dall'altra, cancellando da una parte l'erotismo … e dall'altra l'osceno …, la perversione che è il teatro nel suo farsi: il fantasma.
Carmelo Bene
Dalla fessura del cancello filtra la sagoma alticcia di Ruggiero Orlando, la bottiglia di scotch in pugno. Barcollando, poggiandosi precario a provvidenziali fusti indovinati al buio, accostandosi al tavolo da gioco: "Caro Carmelo… ho saputo che sei apparso alla Madonna!", e giù, piegato in due, in uno sgangherato sghignazzo dei suoi. C. B. folgorato; "ecco il titolo del mio libro."
Carmelo Bene
Se ne stavano entrambi ora, seduti, completamente nudi, […] Nemmeno l'avessero fatto apposta, gettarono, all'unisono di una pausa obbligata, lo sguardo nel baule scoperchiato: banconote a mazzetti da diecimila lire traboccavano, sfidando i limiti della capienza, nuove di zecca. La fiamma crepitava minacciando di estinguersi. Si guardarono negli occhi, senza volerlo o vedersi. Ne prelevarono, meccanici, un pacco per uno, come accingendosi a una partita di ramino […] Giacobbe pescava con la sinistra e con la destra bruciava…
Carmelo Bene
La libertà di stampa mi sta bene se è libertà dalla stampa.
Carmelo Bene
[L'orecchio mancante è] un pamphlet [… sui] diversi modi in cui, attraverso lo script cinematografico, si possa deturpare la poesia. Forse, la cosa più disgustosa che abbia mai abortito. Contro l'orrore dell'immagine e della scaletta a monte, quella che si chiama soggetto.
Carmelo Bene
A Lacan interessava aver articolato l'inconscio come linguaggio. Io parto articolando il linguaggio come un incosncio, ma affidandolo ai significanti e non ai significati, in balia dei significanti…
Carmelo Bene
[Parlando di Marcello Barlocco] Interessante scrittore. Alto un metro e novanta, pesava trenta chili. Faceva impressione. L'avevano internato per vent'anni in manicomio, l'appendevano all'ingiù con la testa nel cesso. Raccontava anche strani riti, di messe nere, di bambini sacrificati, ma nessuno gli dava ascolto.
Carmelo Bene
Il comico è cianuro. Si libera nel corpo del tragico, lo cadaverizza e lo sfinisce in ghigno sospeso.
Carmelo Bene
Un'azione fermata nell'atto è quanto m'è piaciuta definire sospensione del tragico. È così che, grazie all'interferenza d'un accidentaccio, la surgelata lama del comico si torce lancinante nella piaga inventata tra le pieghe risibili-velate della rappresentazione nel teatro senza spettacolo.
Carmelo Bene
Detesto anche la nazionale azzurra, però lo dico. Non me ne fotte nulla del Rwanda, però lo dico. Voi no, non ve ne fotte, ma non lo dite! Non sono eroico; me ne infischio di me stesso, del governo, della politica, del teatro…
Carmelo Bene
Fin da ragazzo un monaco gli aveva insegnato che non esiste l'ingiustizia e i nemici. Come tutto è una vasta pineta […] Dormi, cambiamo i fiori. Se non fossi un palazzo, mi crederebbero.
Carmelo Bene
Giuseppe ha male, ha male verramente. Ha male al male. Ma dentro il cerchio della sua testa ormai si è spalancato quell'altro cerchio aperto della sua bocca, che non premia con l'estasi o il sogno il suo eroe ancora… (da Giuseppe Desa da Copertino
Carmelo Bene
È ora di cominciare a capire, a prendere confidenza con le parole. Non dico con la Parola, non col Verbo, ma con le parole; invece il linguaggio vi fotte. Vi trafora. Vi trapassa e voi non ve ne accorgete. Voi sputate su Einstein, voi sputate sul miglior Freud, sull'aldilà dei principi di piacere; voi impugnate e applaudite l'ovvio, ne avete fatto una minchia di questo ovvio, in cambio della vostra. Ma io non vi sfido: non vi vedo!
Carmelo Bene
Nel 'mal di questi fiori' si fa sempre più solare il fatto che laddove il tutto possa sembrare una eruzione vulcanica, è invece somma-sottrattiva che, mediante le più svariate soluzioni chimico-linguistiche, via via si svuota.
Carmelo Bene
Mentre con "attore" si intende per solito colui che fa avanzare l'azione, porgendo la voce al personaggio, io mi muovo in senso contrario […] Ma per far ciò si deve decostruire il linguaggio, spostando l'accento dai significati ai significanti.
Carmelo Bene
V'era (v'è) dunque, un apparire della voce che sempre si verifica se conferisci c o n, se parli a. Quand'io incominciai a render vano l'udire… mi diceva la voce, il mio interno cantar l'ascolto, e, ventilata da un'ala d'emicrania, la mia mente d'altrove profondava nel sud del Sud dei santi; ma depensata lieve in mongolfiera in celeste balìa sull'infinito del mare stanco.
Carmelo Bene
L'autorialità è un doppio falso, nell'idea che la origina e nell'artificio che quell'idea stravolge, realizzandola.
Carmelo Bene
Me ne fotto di quel che mi riguarda. Malati gravi si è per definizione.
Carmelo Bene
Credo di continuare un discorso laddove anche Antonin Artaud fallì. Io ho ripreso il discorso di Artaud, cioè quello della scrittura di scena, contro il testo; un testo, un teatro di testo, diceva Antonin Artaud, è un teatro di invertiti, di droghieri, di imbecilli, di finocchi; in una parola di Occidentali. […] Dopo secoli, quattro secoli (già però ventilata in Shakespeare ed in tutto il teatro elisabettiano) […] ecco finalmente la scrittura di scena. Una volta il testo veniva, viene tuttora, ahimè, in Occidente riferito; si impara a memoria; cioè è un teatro del detto, del già detto, … e non del dire, che sconfessa il detto e si sconfessa anche in quanto dire. Si tende delle trappole il dire al dire stesso. Non è mai un dire del medesimo, comunque. Quindi la scrittura di scena è tutto quanto non è il testo a monte, è il testo sulla scena. Quindi, il testo ha la medesima importanza che può avere il parco lampade, la musica, un pezzo di legno, di cantinella qualunque, un barattolo. Questo è il testo nella scrittura di scena. Chiaramente affidata alla superbia dell'attore, dell'attore in quanto soggetto, non più dell'attore in quanto Io, cioè in quanto immedesimazione in un ruolo.
Carmelo Bene
Ci sono cretini che hanno visto la Madonna e ci sono cretini che non hanno visto la Madonna.
Carmelo Bene
[A proposito della suo film Salomè del 1972 Carmelo Bene dice che è:] l'impossibilità del martirio in un mondo presente, non più barbaro, ma esclusivamente stupido.
Carmelo Bene
Troppa attenzione: con Eduardo [De Filippo] e Dario Fo Stato, alla mediocrità (ero pressoché ventenne) abbiamo cominciato una battaglia invocando la chiusura del Ministero del Turismo e dello Spettacolo, l'abbiamo rimproverato di non trascurarci abbastanza. Oblio dello Stato, oblio di me. L'artista, soprattutto il genio, vuole essere trascurato. Fa di tutto per trascurar se stesso! Già è sfuggito alle apprensioni di sua madre (che non l'ha lasciato suicidare in una pozzanghera, che l'ha sempre trattenuto e fermato), alla fine viene un ministro – proprio poliziotto – che ti si attacca e non smette più. Dico che la mediocrità dei ministri deve campare, deve sopravvivere anche quella (se no, a quella mediocrità dello Stato, alla mediocrità di Stato, "chi ci pensa?"). Lo Stato si occupa della mediocrità della democrazia (cioè a 65 milioni di Italiani), 65 milioni di Italiani (da imbecilli, cioè Italiani) votano questo Stato, che è il loro stato di cose, quello che è stato è Stato e quindi non è stato mai. E i fatti non sono se non nella stampa (nelle sue falsificazioni e omissioni)… [Citando Derrida:] "La stampa informa i fatti non sui fatti."
Carmelo Bene
Bisogna complicarsi la vita,… diceva Eduardo. Ecco. Complicarsi la vita vuol significa crearsi una serie di handicap… Questa è la preparazione, al di là, a dispetto del testo. Non ci sono testi. A dispetto dell'umanesimo, del museo, dell'arte, sempre consolatoria, sempre decorativa. A dispetto della cultura… che, ha ragione Derrida, […] nell'etimo… deriva da colo, colonizzare… Quindi non c'è niente… a dispetto dell'intelligenza bisogna essere stupidi, infinitamente stupidi, per essere nell'abbandono.
Carmelo Bene
Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.
Carmelo Bene
Non risolveranno mai niente con la democrazia. "Democrazia" nel senso di Hobbes, che la chiamava "demagogia". Fu il primo a chiamarla col termine giusto. […] L'unica forma di governo che garantisca qualcosa cos'è? La democrazia senz'altro, è la più accettabile paradossalmente (se ne occupa Cioran molto bene). Ma vi domando io: cosa garantisce la democrazia che una dittatura non possa garantire? Certo, garantisce qualcosa: l'invivibilità della vita. Non risolve la vita. Chi sceglie la democrazia, chi sceglie la libertà, sceglie il deserto. Se la democrazia fosse mai libertà. Ma la democrazia non è niente; è mera demagogia. Ma qualora noi meritassimo una libertà, dovrebbe essere affrancamento dal lavoro e non occupazione sul lavoro. Anche se non si scappa mai – questo è il discorso di Deleuze sulla letteratura minore, su Kafka – dalla catena di montaggio; non si sfugge mai. […] L'oppressione della catena di montaggio si fa sentire anche in famiglia, […] financo nell'amore, nella rivoluzione ancora di più e soprattutto […] nell'entusiasmo.
Carmelo Bene
È strarisaputo che il discorso non appartiene all'essere parlante.
Carmelo Bene
La sera della prima successe un parapiglia infernale. Questo Greco, poco assuefatto al bere, si briaca di brutto […] L'apostolo Giovanni (il Greco) cominciò a dare in escandescenze […] In ribalta si alza la veste, mette il lembo fra i denti e comincia a orinare nella bocca dell'ambasciatore d'Argentina, della consorte in visone e dell'addetto culturale.
Nel frattempo, si faceva passare le torte destinate al dessert e le spappolava in faccia a quel diplomatico e signora […] Fui condannato in contumacia [… e poi] assolto per essere estraneo ai fatti.
Carmelo Bene
[La donna ha] tanti miracoli a sorpresa, che soltanto l'arroganza politica omaccia interdice loro di compiere, sissignori: "d'esprimersi."
Carmelo Bene
Con Benigni siamo amici da anni. Lui è grande nel "buffo", ma lasciamo stare il "comico". I buffi sono concilianti, rallegrano la corte e le masse. Il comico che interessa a me è un'altra cosa. Cattiveria pura. Il ghigno del cadavere. Il comico è spesso involontario. Specialmente quando si sposa con il sublime.
Carmelo Bene
Perdono, perdono. Tu mi perdoni padre mio, non è vero? Tu mi perdoni, in fondo mi conosci.
Carmelo Bene
Semprelei: Non credo un niente! Tu non vuoi morire. Hai paura. Hai paura della moda! Son così indaffarata che non ho saputo odiarti come tu volevi. Poveraccio! Ed è tutto, poveraccio! Provane un'altra! Cosa non vuoi da me!…Luisolo: Lo sai, Maria, non scrivo più da tanto …Semprelei: Poveraccio, non basta … per non pensare a niente! Non basta: Guarda me. M'hai scritta tu. Se ti sono sfuggita dalla penna, perché non credermi? Perché ostinarti a rileggere questo errore più grande di te? Straccia il tuo compito da sufficienza in mille pezzi, in mille compitini senza senso … Credimi e sarò un'altra che non c'è. Mi penserai tra gli angeli, tra gli infiniti azzurri modi di dire che non pensiamo a niente!
Carmelo Bene
Non ero (e non sono) ancora mai stato a teatro. Per me il teatro era solo quello d'opera, il "Margherita" a Bari, l'Arena a Verona, a Roma "Caracalla", il "Politeama" di Lecce. Mi ci portavano i genitori, appassionati di lirica, quando andavamo in villeggiatura. Il teatro era cantato. Lo vedevo e soprattutto lo ascoltavo in radio. Ignoravo il teatro di prosa. E non ho mai più smesso di ignorarlo.
Carmelo Bene
[In merito alla proiezione del film Salomè] Alla prima al Palazzo del cinema, stipato di più di tremila bestiacce, accadde l'inverosimile. Urlavano di tutto […] Il prefetto aveva un gran da fare a sedare i tumulti […] I veneziani in frac mi sputavano addosso, li benedicevo e loro si incazzavano ancora di più. Evitai il linciaggio grazie alla barriera umana dei celerini, per una volta dalla mia parte.
Carmelo Bene
Tieniti la tua coerenza, vecchio! Sono incoerente, come l'aere, più dell'aere!
Carmelo Bene
V'è una nostalgia delle cose
Carmelo Bene
è tutta la vita che tolgo di scena il burattino, l'incubo di un pezzo di legno che ci si ostina a voler farcire con carne marcia. Precipitare nell'umano - che parola schifosa - questa è la disavventura. Gli anatomisti gridano al miracolo quando parlano del corpo umano. Ma quale miracolo?! Un'accozzaglia orrenda, inutilmente complicata, piena di imperfezioni e di cose che si guastano.
Carmelo Bene
Il corpo implora il ritorno all'inorganico. Nel frattempo non si nega nulla.
Carmelo Bene
La più grande squadra di ogni tempo è stata il Milan di Sacchi, ma soprattutto dei tre olandesi, di Baresi e Maldini, di Tassotti ed Ancelotti. Non si vedrà mai più una squadra così, più grande del Brasile di Pelè, dell’Olanda di Cruyff.
Carmelo Bene
In quell'occasione egli pensò che sarebbe stato facile incontrarsi un'ultima volta. Era un santo a pregarla. Perciò le aveva scritto: "Vieni, stavolta è grave". E la risposta di Lei fu "stai tranquillo, ora non posso davvero. Vedrai che tutto andrà bene". Pose il capo su un sasso e la sognò. Si ridestò che ancora non l'avevano decapitato. Guardò in alto cercando il suo carnefice e lo trovò crocifisso. Gli spiegarono che era stato così punito perché aveva all'improvviso mutato fede. Poi gli dissero di levarsi e andarsene. Lui non aveva osato insistere, lo avevano umiliato, non c'è dubbio, ma l'avrebbe rivista.
Carmelo Bene
La donna sarebbe stata riammessa sulle scene, al solo scopo ingrato – in quanto simulacro di donna – di scongiurare la femminilità e il degenere così precipitati […] Estratta dalla sua realtà sociale, solo apparentemente libera in arte, è doppiamente svergognata in palcoscenico
Carmelo Bene
Per capire un poeta, un artista, a meno che questo non sia soltanto un attore, ci vuole un altro poeta e ci vuole un altro artista.
Carmelo Bene
Il governo italiano non intende detassare i teatranti al botteghino e chiudere una buona volta per tutte il ministero dello spettacolo. Lo stato democratico, finanziando chiunque a tutti i costi, difende la platea dalla eventualità poetica dei mostri. Lo stato paga tutti, corrompe tutti indiscriminatamente a un solo prezzo: derubare, paralizzare uno solo (forse due?) altro; e questo altro può giuocare, se vuole e finché vuole, l'aristocrazia che gli è propria; può, se vince il disgusto, seguitare il suo sogno "vittimistico", fatto incubo. Può seguitare a esprimere quella irritante irrappresentabilità che gli è propria, sul palcoscenico patibolare della (in)tolleranza sociale.
Carmelo Bene
Si nasce e si muore soli, che è già un eccesso di compagnia.
Carmelo Bene
Io non sono marxista perché non sono romantico fino a questo punto.
Carmelo Bene
Sento in tutta coscienza di non meritare comprensione alcuna. Il poeta vuol essere trascurato, perché rimanga tale.
Carmelo Bene
[riferendosi al "discorso silenzioso", senza parole, tra Bene e Jacques Lacan] Si evitava il laicume del più e del meno, il convenevole? Ma sì, d'altro non c'era […] La sovrintelligenza di lacan meritò alla mia lucida stanchezza questo indimenticato incontro a vuoto, concedendo un bel niente all'occasione frastica convenevole di che gli umani si derubano quotidie in malintesi truccati da "rapporti.
Carmelo Bene
Da quei balconi arcati, leggi nei giorni chiari Albania rosa. Senti ognora la vita scelta a forza. Tristo, tristo indovinello sbiadisce sul fondale a flutti neri dipinti ripetutamente in basso dell'azzurro infinito. Azzurro d'Africa. Sotto, immediato è il brontolio sulfureo – cassa a lutto tra le rocce ciclopiche, orrendo corpo che vi si dilacera.
Carmelo Bene
È l'impunita, recidiva immaturità dei morti. Questo soltanto può produrre poesia toccante. Tutto il resto è teatro […] Nel teatro del non rappresentabile, l'Attore è infinito. È l'infinito della disattenzione para-statale. È l'infinito della mancanza di sé.
Carmelo Bene
La voce dell'opera si è fermata con la Callas, una perfezionista, nel senso che perfezionava i suoi difetti, come tutti i geni. Trovare e cestinare. Di questo si tratta.
Carmelo Bene
Sono il servo dell'insolito, | condannato all'erezione | complicata d'un padrone | libertino, si vedrà … | ino ino ino ino …||Complicato è il mio padrone | nell'orgasmo (nell'orgasmo) si vedrà! …
Carmelo Bene
Il mio epitaffio potrebbe essere quel passaggio di Sade: mi ostino a vivere perché «Anche da morto io continui a essere la causa di un disordine qualsiasi.»
Carmelo Bene
Ci sono cose che devono restare inedite per le masse anche se editate. Pound o Kafka diffusi su Internet non diventano più accessibili, al contrario. Quando l'arte era ancora un fenomeno estetico, la sua destinazione era per i privati. Un Velazquez, solo un principe poteva ammirarlo. Da quando è per le plebi, l'arte è diventata decorativa, consolatoria. L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla. Del resto anche il facile accesso alla carne ha degradato il sesso.
Carmelo Bene
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram