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Madre Teresa di Calcutta (Vita e lettere della vocazione)

Madre Teresa raccontata da Madre Teresa. In queste pagine sono raccolte le lettere e gli scritti più intimi di Madre Teresa di Calcutta. Quale miglior modo per conoscere l'anima della Santa di Calcutta?
Madre Teresa è stata per molti versi un personaggio complesso, seppur apparisse molto semplice all'esterno. Le sue lettere e la sua personalità forte e tormentata allo stesso tempo rendono ancora più grande la sua opera, o per dirla con le sue parole, l'opera che Dio ha compiuto servendosi di una piccola matita.

Cenni storici - La vita di Madre Teresa

Madre Teresa di Calcutta, al secolo Anjëzë Gonxhe Bojaxhiu è nata a Skopje il 26 agosto 1910 Madre Teresa è stata una religiosa albanese, di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della Carità.
Il suo lavoro instancabile tra le vittime della povertà di Calcutta l'ha resa una delle persone più conosciute al mondo. Ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1979, e il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata da Papa Giovanni Paolo II.

Madre Teresa arrivò in India nel gennaio del 1929. Dopo una breve sosta a Calcutta, venne inviata nel Darjeeling, alle pendici dell'Himalaya, per completare la sua preparazione. Qui studiò le lingue inglese e bengali e insegnò nella scuola del convento per due anni. In quest'occasione iniziò ad entrare in contatto contatto con la realtà dei malati e svolse anche l'attività di aiuto-infermiera. Il 24 maggio 1931, prese i voti temporanei, assumendo il nome di Maria Teresa, ispirandosi a santa Teresa di Lisieux.

Dopo aver preso i voti, Teresa raggiunse Calcutta, dove per i successivi 17 anni visse e lavorò presso il collegio cattolico di Saint Mary's High School del sobborgo di Entally. Qui teneva lezioni per le figlie dei coloni britannici. Insegnava storia e geografia. La sua curiosità la portò a studiare la lingua hindi. Fu grazie alle attività di volontariato svolto da alcune sue alunne ebbe modo di prendere sempre maggiore consapevolezza delle terribili condizioni di vita nei sobborghi di Calcutta, e in particolare in quello di Motijhil, confinante con la scuola.

Nel 1937 pronunziò i voti perpetui. Divenne così Madre Teresa, nome che mantenne per il resto della vita.

Tornata a Calcutta, assunse progressivamente diverse responsabilità organizzative, fino ad essere nominata, nel 1944, direttrice della scuola. Gli anni della guerra ebbero profonde ripercussioni sulle attività svolte dalle suore, che si dedicarono sempre più all'accoglienza di orfani e bambini abbandonati. Lo stesso convento di Entally venne requisito e, fino al 1945, trasformato in un ospedale militare britannico.

A questo punto si presentò una vera e propria chiamata nella chiamata per Madre Teresa

"Fu una chiamata in seno alla mia vocazione, una seconda chiamata. Fu una vocazione a lasciare perfino Loreto, dov'ero molto felice, e andare nelle strade per servire i più poveri tra i poveri.
Fu in quel treno che sentii la chiamata a rinunciare a tutto e a seguirLo nei bassifondi, per servirLo nei più poveri trai poveri...
Sapevo che quella era la Sua volontà e che dovevo seguirLo. Non c'era dubbio che quella sarebbe stata la Sua opera.
Madre Teresa"

Nel 1950, Madre Teresa fondò la congregazione delle Missionarie della carità, la cui missione era quella di prendersi cura dei "più poveri dei poveri" e "di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società, tutte quelle persone che sono diventate un peso per la società e che sono fuggite da tutti".

Nel 1979 conseguì il Premio Nobel per la Pace "per il lavoro compiuto nella lotta per vincere la povertà e la miseria, che costituiscono anche una minaccia per la pace".

Madre Teresa è morta a Calcutta il 5 settembre 1997. Se n'è andata lasciandoci in eredità queste parole "Se l'opera sarà esclusivamente umana, morirà con me; se sarà tutta Sua, vivrà nei secoli a venire."

«Se c’è grandezza è nella semplicità. Non è intellettuale e le cose che dice sono elementari,
ma hanno un fondo di verità come le parabole e restano impresse. Nel 1994 un libro volle attaccarla in nome della ragione, eppure basta andare alla "casa dei morenti" a Calcutta e il "miracolo" è davanti agli occhi».
Tiziano Terzani - Credo a Madre Teresa
«Avevo ventisette anni e un bisogno profondo di trovare delle riposte. Non stavo più bene, e tutte le strade mi sembravano inutili. Tutto quello che mi circondava mi sembrava vuoto. Non riuscivo a intravedere quello di cui avevo bisogno da nessuna parte. Forse, addirittura, non sapevo neppure di cosa avessi necessità»

«Andai da Madre Teresa e le dissi: dimmi cosa fare, e si farà. Avevo bisogno di dedicarmi agli altri. Avevo bisogno di confrontarmi con le basi della vita. Quello era il mio momento: dovevo affrontarlo o sarei rimasto intrappolato in un' esistenza senza senso»

«La prima immagine che ho del mio arrivo è violenta. Disperata. Forse è l' unico battesimo possibile per spiegare quello che è successo dopo. C' era un uomo, per strada, che dormiva: aveva un buco nel piede. E in quel piede c' erano le mosche. Sembrava che gli mangiassero dentro»

«Di quei mesi non dimenticherò mai Madre Teresa. Lei sapeva vedere le cose in profondità. Sapeva riconoscere le ferite delle persone. Non quelle evidenti, non le cicatrici sul corpo o sul viso, ma i problemi interiori. Riconosceva il dolore, e starle vicino mi ha insegnato a rivedere il mio mondo - continua - . Dopo tutti quei mesi, ero cambiato. Avevo conosciuto un altro aspetto della vita. Avevo imparato a leggere e capire il mondo in modo meno superficiale. Ormai, avevo bisogno di vedere l' opposto. E così andai all' aeroporto e partii, destinazione Los Angeles. Volevo perdermi nel caos e nella confusione. Con me però portavo una nuova consapevolezza: sapevo che avevo conosciuto e affrontato il mio sliding doors. Baciare il lebbroso mi aveva reso per sempre un altro. Aveva restituito un senso a tutto quanto»

«Un giorno, Madre Teresa venne da me e mi disse che la mia presenza ormai era inutile. L' avevo già sentita dire questa frase ad altri volontari. Ripeteva sempre "non servite più qui. Qui i bisogni della gente sono semplici. Qui, basta una ciotola di riso. Tornate nei vostri Paesi e adoperatevi per la sofferenza degli altri. Non solo per quella che tutti possono vedere, ma anche per quella interiore". Capii che il tempo a mia disposizione da trascorrerea Calcutta era finito»

02/09/2012 - Intervista tratta da La Repubblica Folco Terzani 'Quei giorni con Madre Teresa mi svelarono un altro me stesso'

Padre Neuner su Madre teresa
Dopo aver letto queste pagine, decisi di contravvenire alla sua esplicita richiesta di bruciarle. Sentii di doverle conservare, poiché svelavano un aspetto cruciale della sua vita: la profondità della sua vocazione, di cui nessuno sembrava rendersi conto.
Tutti vedevano la sua fatica e il coraggio con cui aveva dato inizio alla sua opera, il suo amore per i poveri e i sofferenti, la premura verso le sorelle, ma la sua oscurità spirituale rimaneva il
suo segreto. Nella vita quotidiana si mostrava gioiosa, e infaticabile nella sua opera. La sua agonia interiore non indeboliva le sue attività. Grazie al suo ascendente carismatico guidava le sorelle, apriva nuovi centri, diventò famosa. Dentro di lei, però,
c'era vuoto assoluto. Queste pagine svelano la forza su cui poggiava la sua missione. Sarebbe importante per le sue sorelle e per tanti altri sapere che la sua opera affondava le radici nel mistero della missione di Gesù, in comunione con Lui, che, morendo sulla croce, si sentì abbandonato dal Padre.
Madre Teresa
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