Frasi e aforismi di Giovanni Verga
La ragazza com'è educata, e la stoppa com'è filata.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Quando nei trasporti amorosi non si mette lo stesso abbandono dalle due parti, una delle due è ridicola di certo. Non so quale.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Bisogna rompere la pentola per aggiustarla.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Però dov'è la malaria è terra benedetta da Dio.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
I guai li ha chi li cerca.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Beato quell’uccello, che fa il nido al suo paesello.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Chi cambia la vecchia per la nuova, peggio trova.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Non vorrei morire perché ho paura dell´inferno... perché amo il mio peccato!
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Il mare non ha paese nemmeno lui ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Uomo povero ha i giorni lunghi.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Così dicendo si fregava le mani e rideva, ma colle labbra e non col cuore.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Il cuore si stanca anche lui, vedi; e se ne va a pezzo a pezzo, come le robe vecchie si disfanno nel bucato.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Il vino che si spande è di buon augurio.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Diggià la Sicilia sorgeva come una nuvola in fondo all'orizzonte. Poi l'Etna si accese tutt'a un tratto d'oro e di rubini, e la costa bianchiccia si squarciò qua e là in seni e promontori oscuri.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Il matrimonio è come una trappola di topi; quelli che son dentro vorrebbero uscire, e gli altri ci girano intorno per entrarvi.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Soltanto il Mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai faraglioni, perché il Mare non ha paese nemmeno Lui, ed è di tutti quelli che lo sanno Ascoltare.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Matrimoni e vescovadi dal cielo sono destinati.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Lo sfortunato ha i giorni lunghi.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Carne di porco ed uomini di guerra durano poco.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Fino a questo punto della vita hai desiderato di crescere, ma tra un po' desidererai di essere più giovane. Goditi questi anni che non torneranno. Buon compleanno!
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Disperato di dover morire, si mise a bastonare anatre e tacchini, a strappar gemme e sementi. Avrebbe voluto distruggere d'un colpo tutto quel ben di Dio che aveva accumulato a poco a poco. Voleva che la sua roba se ne andasse con lui, disperata come lui.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Chi corre dietro alle donne cerca i guai con la lanterna.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
L’asino va picchiato, perché non può picchiar lui; e s’ei potesse picchiare, ci pesterebbe sotto i piedi e ci strapperebbe la carne a morsi.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
– Eh? Cos'è stato? Lo sapete voi? Adesso si chiamano nervi... malattia di moda... Vi mandano a chiamare per un nulla quasi potessero pagare le visite del medico! – rispose Tavuso burbero.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Oggi non si ha più riguardo a nessuno. Dicono che chi ha più denari, quello ha ragione.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Solo rimaneva solenne e immutabile, il paesaggio, colle lunghe linee orientali, dai toni caldi e robusti. Sfinge misteriosa, che rappresentava i fantasmi passeggeri, con un carattere di necessità fatale.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
La cavezza è fatta per il mulo.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Certuni non sanno star soli neppure in paradiso.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Il mare non ha paese nemmeno lui ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
I giovani hanno la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare soltanto a levante; e a ponente non ci guardano altro che i vecchi, quelli che hanno visto tramontare il sole tante volte.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Fra suocera e nuora ci si sta in malora.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Forza di giovane e consiglio di vecchio.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Non predicate la moralità, voi che ne avete soltanto per chiudere gli occhi sullo spettacolo delle miserie che create.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Pace ai vivi e riposo ai morti.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
La fame fa uscire il lupo dal bosco.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Con tutto il mio amore e tutto il mio cuore ti auguro un buon diciottesimo compleanno! Stai diventando grande ed il tuo cuore sta crescendo… spero crescano anche le emozioni che proverai!
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, come tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll'uniforme da bersagliere e il berretto rosso, che sembrava quella della buona ventura, quando mette su banco colla gabbia dei canarini. Le ragazze se lo rubavano cogli occhi, mentre andavano a messa col naso dentro la mantellina, e i monelli gli ronzavano attorno come le mosche. Egli aveva portato anche una pipa col re a cavallo che pareva vivo, e accendeva gli zolfanelli sul dietro dei calzoni, levando la gamba, come se desse una pedata.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Suonava la messa dell'alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perché era piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt'a un tratto, nel silenzio, si udí un rovinio, la campanella squillante di Sant'Agata che chiamava aiuto, usci e finestre che sbattevano, la gente che scappava fuori in camicia, gridando: "Terremoto! San Gregorio Magno!"
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Quel ch'è di patto non è d'inganno.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Siamo degli umili fiorellini avezzi alla dolce tutela della stufa, che l'aria libera uccide.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Maritati e muli vogliono star soli.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Chi ha carico di casa non può dormire quando vuole.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Quando nel romanzo l'affinità e la coesione di ogni sua parte sarà così completa che il processo della creazione rimarrà un mistero e la mano dell'artista rimarrà assolutamente invisibile, allora avrà l'impronta dell'avvenimento reale, l'opera d'arte sembrerà essersi fatta da sé, aver maturato ad essere sorta spontaneamente come un fatto naturale, senza serbare alcuna macchia del peccato d'origine.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Chi è galantuomo bada ai fatti suoi.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Ogni buco ha il suo chiodo, chi l'ha vecchio e chi l'ha nuovo!
Giovanni Verga
Giovanni Verga
I vicini devono fare come le tegole del tetto, a darsi l’acqua l’un l’altro.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Don Diego non stava nè peggio nè meglio. Era lì, aspettando quel che Dio mandava, come tutti i Trao, senza lagnarsi, senza cercare di fuggire il suo destino, badando solo di non incomodare gli altri, e tenersi per sè i suoi guai e le sue miserie.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Tutta quella roba se l’era fatta lui, colle sue mani e colla sua testa, col non dormire la notte, col prendere la febbre dal batticuore o dalla malaria, coll’affaticarsi dall’alba alla sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule — egli solo non si logorava pensando alla sua roba […] quando uno è fatto così, vuol dire che è fatto per la roba
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Aveva diciotto anni, e a quell’età se il cielo è azzurro vi ride negli occhi, e gli uccelli vi cantano nel cuore.
Giovanni Verga, I Malavoglia
Giovanni Verga, I Malavoglia
Alla casa del povero ognuno ha ragione.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Ogni male non viene per nuocere.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: ‘Roba mia, vientene con me!’.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Necessità abbassa nobiltà.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Chi ha il cuore contento sempre canta.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Ascolta i vecchi e non la sbagli.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Si fa quel che si può.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Fra tutte quelle piccine, in tutte le famiglie, succedeva lo stesso diavoleto che mastro-don Gesualdo aveva fatto nascere nei grandi e nel paese. Non si sapeva più chi poteva spendere e chi no. Una gara fra i parenti a buttare il denaro in frascherie, e una confusione generale fra chi era stato sempre in prima fila, e chi veniva dopo.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Avveleniamo la festa della nostra giovinezza esagerando e complicando i piaceri dell'amore sino a farne risultare dei dolori.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Congratulazioni! Ora che ti sei sposato non dovrai più pensare se il vestito ti sta bene!
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Il mare ha un modo tutto suo di brontolare, e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe, e par la voce di un amico.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Augura bene al tuo vicino, ché qualche cosa te ne viene.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Era alta, magra, aveva soltanto un seno fermo e vigoroso da bruna – e pure non era più giovane – era pallida come se avesse sempre addosso la malaria, e su quel pallore due occhi grandi così, e delle labbra fresche e rosse, che vi mangiavano.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Il poveraccio tossiva che pareva soffocasse, col dorso curvo, e dimenava tristamente il capo: – «Ad ogni uccello, suo nido è bello». Vedi quelle passere? le vedi? Hanno fatto il nido sempre colà, e torneranno a farcelo, e non vogliono andarsene.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Chi ha roba in mare non ha nulla.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Gli uomini son fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da dito piccolo.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Chi non sa l'arte chiuda bottega, e chi non sa nuotare che si anneghi.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
A chi vuol bene, Dio manda pene.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Ah! La mia roba? Voglio vederli! Dopo quarant'anni che ci ho messo a farla... un tarì dopo l'altro!... Piuttosto cavatemi fuori il fegato e tutto il resto in una volta, chè li ho fradici dai dispiaceri... A schioppettate! Voglio ammazzarne prima una dozzina! A chi ti vuol togliere la roba levagli la vita!
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Così stette un gran pezzo pensando a tante cose, guardando il paese nero, e ascoltando il mare che gli brontolava lì sotto. E ci stette fin quando cominciarono ad udirsi certi rumori ch'ei conosceva, e delle voci che si chiamavano dietro gli usci, e sbatter d'imposte, e dei passi per le strade buie. Sulla riva, in fondo alla piazza, cominciavano a formicolare dei lumi. Egli levò il capo a guardare i Tre Re che luccicavano, e la Puddara che annunziava l'alba, come l'aveva vista tante volte. Allora tornò a chinare il capo sul petto, e a pensare a tutta la sua storia. A poco a poco il mare cominciò a farsi bianco, e i Tre Re ad impallidire, e le case spuntavano ad una ad una nelle vie scure, cogli usci chiusi, che si conoscevano tutte, e solo davanti alla bottega di Pizzuto c'era il lumicino, e Rocco Spatu colle mani nelle tasche che tossiva e sputacchiava. "Fra poco lo zio Santoro aprirà la porta" pensò 'Ntoni "e si accoccolerà sull'uscio a cominciare la sua giornata anche lui." Tornò a guardare il mare, che s'era fatto amaranto, tutto seminato di barche che avevano cominciato la loro giornata anche loro, riprese la sua sporta e disse: "Ora è tempo d'andarsene, perché fra poco comincerà a passar gente. Ma il primo di tutti a cominciar la sua giornata è stato Rocco Spatu.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Ognuno tiene gli occhi addosso a quel che gli preme.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
La gallina che cammina torna a casa colla pancia piena.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Suocera e nuora insieme ci stanno proprio come due mule selvagge alla stessa mangiatoia.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Chi ha bocca mangia, e chi non mangia se ne muore.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
È che la malaria v'entra nelle ossa col pane che mangiate, e se aprite bocca per parlare, mentre camminate lungo le strade soffocanti di polvere e di sole, e vi sentite mancar le ginocchia, o vi accasciate sul basto della mula che va all'ambio, colla testa bassa. Invano Lentini, e Francofonte, e Paternò, cercano di arrampicarsi come pecore sbrancate sulle prime colline che scappano dalla pianura, e si circondano di aranceti, di vigne, di orti sempre verdi; la malaria acchiappa gli abitanti per le vie spopolate, e li inchioda dinanzi agli usci delle case scalcinate dal sole, tremanti di febbre sotto il pastrano, e con tutte le coperte del letto sulle spalle.
Giovanni Verga
Giovanni Verga
Notte e giorno c'è sempre gente che va attorno per il mondo.
Giovanni Verga
Giovanni Verga