Eloisa, Compiuta Donzella e Hildegard de Bingen: tre donne del Medioevo a confronto
Articolo della lettrice Amina che propone una breve sintesi riguardante la storia di tre figure femminili legate al mondo medioevale, le cui vite esprimono i prodromi di una nuova attitudine della donna nei confronti della vita e dei rapporti d’amore.
Abelardo ed Eloisa sono una coppia di amanti che è entrata a far parte dell’immaginario collettivo. La vicenda di Abelardo ed Eloisa, rispetto a quella di altre coppie celebri (come Romeo e Giulietta), è reale. Eloisa è una colta e bella fanciulla di Parigi del XII secolo. Pietro Abelardo proviene da una nobile famiglia bretone ed è un affermato chierico e uno dei più illustri studiosi della sua epoca. Tra di loro scoppiò un'ardente passione, in cui si intrecciarono ragione e religione.
Per approfondimenti: Lettere d’amore di Abelardo e Eloisa
Eloisa, Compiuta Donzella e Hildegard de Bingen: tre donne del Medioevo a confronto
La storia di Eloisa è una storia particolarmente intrigante e va vista in parallelo con altre situazioni femminili come quella di Compiuta Donzella e di Hildegard de Bingen. Si tratta di tre donne che hanno tre modi diversi di affrontare la vita e le varie situazioni. Sono figure illuminanti di quell'epoca che erroneamente, da una storiografia obsoleta e ampiamente superata, era stata definita un'età di mezzo.
Tra il 1000 e il 1100 si assiste al fiorire di eventi culturali notevoli e le donne si fanno portatrici di discorsi ampi e anticipatori di nuove realtà. Compiuta Donzella, Hildegard ed Eloisa hanno un modo di sentire estremamente attuale e anche il loro stile è lineare, limpido e tale da coinvolgere il lettore.
L'amore sembra il tema dominante del loro agire e della loro ispirazione poetica. Ma esistono vari modi di intendere e di vivere l'amore. Compiuta Donzella è in attesa di un incontro che sa non potrà mai avvenire. È consapevole dell'impossibilità di una scelta autonoma e si rinchiude nel suo dolore ritenendosi un oggetto nelle mani del padre-padrone.
La novità del suo discorso consiste nel fatto che, mentre altre ragazze della sua epoca subivano senza ribellarsi la volontà dettata dalla "auctoritas genitoriale", Compiuta Donzella esterna il suo dolore e la sua angoscia per essere privata della sua volontà decisionale.
È una ragazza coltissima, e il suo modo di verseggiare è ereditato dallo studio dei rimatori della scuola siciliana e dell'amor cortese. Ma, nonostante la ricchezza della propria cultura, Compiuta Donzella è una ragazza disperatamente sola che vorrebbe affermarsi, autenticarsi, e non può farlo se non con l'arma potente della cultura.
Guittone d'Arezzo scrive alla ragazza e si complimenta per lo stile e i contenuti delle sue poesie. È l'unico conforto che Compiuta Donzella ha. Ella affida alla parola scritta la sua storia, il suo tormento, la sua volontà di autenticità.
Nel sonetto "A la stagione che ‘l mondo foglia e fiora" la giovane assiste al tripudio della natura che si risveglia a primavera. È un risveglio anche dei sensi che invita gli amanti a incontrarsi nei giardini. La giovane osserva e prova un dolore lancinante. Lei non potrà mai scegliere di amare autonomamente, ma dovrà sposare controvoglia un individuo scelto dal padre.
Questi versi denotano l'impotenza e il senso di solitudine di una giovane che si affaccia alla vita e che viene ripiombata nell'abisso delle convenzioni e delle volontà altrui.
In "Lasciar voria lo mondo e Deo servire" Compiuta Donzella rivela la sua impotenza umana. Non potendo scegliere e non potendo andare "nella stagion che il mondo foglia e fiora" con un innamorato da lei scelto, decide di lasciare il mondo per servire Dio. Non è una vocazione religiosa. Compiuta Donzella non è una mistica, ma semplicemente una donna alla quale è stata negata la propria autonomia. In questa situazione la sua sola possibilità per sfuggire a un destino imposto consiste nel rifugiarsi in un convento, lontana dal mondo e da qualsiasi tipo di pressione.
Nel terzo sonetto, "Ornato di gran pregio e di valenza" Compiuta Donzella si presenta e si autodescrive con umiltà ma anche con profondo compiacimento. È consapevole del proprio valore, della propria cultura e sa anche di essere una ragazza compita e garbata. Non riesce a lanciare il suo grido fuori dai confini della sua Firenze, una Firenze che, grazie ai mercanti, sta diventando un comune ricco e prospero. Compiuta Donzella non può partecipare alla vita politica della città: è chiusa nella sua stanza con il solo conforto dei libri e della scrittura. Ma è consapevole che la sua situazione attuale è migliore di quella futura di moglie-oggetto di un uomo che non ama e che le sarà imposto.
Hildegard de Bingen invece è una donna che ha preso in mano la sua vita. È una protagonista attiva e rivoluzionaria della storia del suo tempo. Affronterà l'Imperatore Barbarossa e lo stesso Papa, e riuscirà a sanare uno scisma. Ma è anche una letterata, una filosofa, un medico, e soprattutto una grande musicista. È innovativa la sua concezione della Fede che mette al centro la dignità della donna come essere autonomo. La donna, infatti, rappresenta Cristo nella sua umanità, il femminile e il divino si compendiano in un'unità armonica. Durante le festività Hildegard faceva vestire le monache con abiti sontuosi e le ricopriva di gioielli perché la Fede è gioia, e la musica è il mezzo che unisce terra e cielo.
Nelle sue visioni, Hildegard profetizza avvenimenti futuri e tutto viene trasfigurato, sublimato dalla musica e dalla danza. La femminilità si esprime nella sua autenticità. Hildegard e le sue consorelle non rimangono chiuse nel convento ma viaggiano, affrontano momenti e situazioni problematici come il conflitto tra la Chiesa di Roma e l'Imperatore. Sarà appunto una donna la protagonista di una pacificazione e di una risoluzione del problema.
Hildegard ha liberato la donna dal suo ruolo di sottomessa, ha vendicato l'assurda situazione di Compiuta Donzella e il suo canto è un inno alla vita al femminile.
Ma la figura che incarna la problematicità dell'essere donna è quella di Eloisa. Eloisa è una ragazzina quando viene affidata alle cure del suo precettore Abelardo. E subito scaturisce tra i due una passione intensa, una passione che tocca tutte le corde dei sensi. Abelardo ed Eloisa si amano e descrivono apertamente la loro relazione, le loro tecniche amorose e in questo sono estremamente moderni e attuali. Mentre Compiuta Donzella nasconde persino il suo nome e ci tiene a ribadire che lei è una "Compiuta Donzella", Eloisa invece non accetta di essere inserita nella categoria delle "Compiute Donzelle", ossia delle ragazze perbene di allora. Eloisa rivendica la sua passione apertamente, senza sotterfugi e senza falsi pudori. Ama intensamente il suo Abelardo e sceglie consapevolmente di farsi schiava di lui.
In un certo senso precorre le tecniche del sado-maso che comunque erano conosciute nel mondo greco e in quello romano, nonché in quello orientale. Ma, da passiva, in alcuni momenti Eloisa diventa attiva e la sua è una spasmodica ricerca del piacere. Lei e Abelardo si scambiano e si donano il piacere a vicenda. Lei è l'allieva e lui il maestro che plasma la creta fresca. Ma la creta ha un'anima e aderisce consapevolmente al modello del suo creatore. Per Eloisa Abelardo è tutto: è amante, amico, padre, fratello. È tutto il suo mondo ed è tutto ciò che ha. Eloisa diventa madre, ma non si occupa del bambino perché disturba gli studi del grande genitore con i suoi pianti. Si lamenta di non essere ricca e di non avere una grande casa dove tenere il bambino lontano dallo studio del padre. Abelardo continua la sua opera di studioso. Le sue lezioni all'Università sono intriganti e il suo modo di porgere e di trasmettere cultura è affascinante. Anche Eloisa è bella e sa parlare con consapevolezza rivelando la sua profonda cultura. Si esprime con uno stile efficace che senza orpelli va direttamente al cuore dell'interlocutore.
Abelardo ed Eloisa rappresentano due mondi lontani e vicini: due menti estremamente elevate e due corpi che si uniscono praticando l'arte intrigante del sesso. La loro unione è fisica e spirituale. Abelardo ha bisogno di Eloisa: ha bisogno dei suoi consigli e per tutta la vita si confronterà con lei. Dopo il matrimonio segreto, Abelardo mette in convento la sua donna che non si ribella perché accetta incondizionatamente la volontà del suo signore. Ma lo zio tutore di Eloisa si vendicherà dell'affronto e Abelardo verrà evirato.
Da questo momento i due amanti resteranno separati, costretti entrambi a vivere in convento. Ma la loro non sarà una separazione ma un'unione ancora più intensa. Diventeranno protagonisti attivi della storia europea del loro periodo. E Abelardo, il maestro, avrà una maestra: Eloisa. Prima di prendere qualsiasi decisione il filosofo si consulta con lei e segue i suoi consigli che spesso sono imperativi. La Riforma di Cluny che ha come protagonista Abelardo è in realtà una riforma voluta e ispirata anche da Eloisa. Eloisa non rinuncia mai al suo modo passionale di sentire. Diventerà una manager fondatrice di conventi che erano le imprese di costruzioni di allora. Ma nello stesso tempo nei suoi scritti si nota una tenerezza infinita e una passione indomita.
«Mi vedrai presto, per fortificare la tua pietà con l'orrore di un cadavere e la mia morte, ben più eloquente di me, ti dirà che cosa si ama quando si ama un uomo».
Abelardo ed Eloisa saranno uniti anche nella morte. Come Isotta che seppellì Tristano sotto le rovine romane, così Eloisa seppellirà il suo uomo di sempre e alla fine del suo percorso terreno si ricongiungerà con lui nel sabato senza tramonto.
La loro storia è una storia di un rapporto globale: è la storia di un'intesa intellettuale, dell'incontro di due menti elevate e di due corpi che si sono sempre cercati. È una storia senza tempo perché travalica i confini del tempo e dello spazio, che sono solo convenzioni. Abelardo ed Eloisa si cercano anche se vivono separati, anche se hanno attività diverse. Ma le loro storie sono fiumi che confluiscono nel grande mare dell'unità. Vivono l'uno in rapporto all'altro e insieme formano un'unità, un'unica persona che travalica situazioni e momenti. Il loro amore è come la musica per Hildegard, la loro religione è la fusione mistica dei corpi che sono qui e nello stesso tempo fuori di qui.L'oltre, l'aldilà sono racchiusi nella loro fisicità.
Da badessa, Eloisa durante le sacre celebrazioni sente il calore dei baci di Abelardo. La sua fusione con lui è sempre viva e presente, anche e soprattutto durante i sacri riti.
In un certo senso Eloisa che prega e nello stesso tempo rivive e attualizza la sua passione è simile a quella Santa Teresa rappresentata dal Bernini nella sua Estasi. Anche Santa Teresa mostra i segni di una passione terrena: il suo anelito verso Dio è un anelito verso la fisicità, l'affermazione del corpo come momento attivo e protagonista della storia di salvezza.
Compiuta Donzella, Hildegard, Eloisa sono momenti di una storia al femminile, di una storia della donna che si afferma nella sua interezza proclamando i propri valori, la propria autonomia e soprattutto la propria vita affettiva.